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Ritroviamo la luce che credevamo perduta nelle intense immagini di Giorgio Busignani

Ritroviamo la luce che credevamo perduta nelle intense immagini di Giorgio Busignani

L’AuraPhotographica, quell’Aura invisibile che trasparendo diafana rende vibrante un’immagine, come un trasognato incanto.

Dunque esistono quei luoghi che pensiamo incantati, quei luoghi illuminati da una luce che evoca ricordi e nostalgie, una luce che infonde il piacere di osservare quegli spazi che credevamo obliati in una memoria collettiva, fatta di percezioni emotive e visive e incastonata in reminiscenze che pensavamo scordate. Dunque esiste quella luce che inonda luoghi e pensieri, una luce immaginata che troviamo reale, una luce che sfuma in quel nulla dove si disperde l’incanto.   

Camminando dentro le immagini che ci ha regalato Giorgio Busignani in Velo scuro Suggestioni del Delta ritroviamo sensazioni che credevamo perdute. Il silenzio e quella luce occupano lo spazio dei nostri pensieri ma, quietamente e lentamente, scorgiamo un cielo che si disperde nell’acqua e un’acqua che riflette quel cielo. Uno scambio eterno di rimandi dove tutto pare si possa capovolgere, cielo e acqua e terra e animali e case abbandonate e voli di uccelli. Un pallido sole che diviene luna e poi un altro sole imbiancato da una nebbia dove ci perdiamo e ci ritroviamo tra barche che tagliano un’acqua immobile come quelle nuvole nel cielo ora striato, ora di un blu notturno rischiarato da luci di finestre illuminate che non pensavamo più di trovare.

“Nel Delta, terra e acqua si confondono, gli spazi sono smisurati gli orizzonti indefiniti, quasi un paesaggio del nulla. Un luogo reale e al tempo stesso immaginario che evoca suggestioni e disorienta. In tale contesto, in giornate nebbiose o in condizioni di luce scarsa, percorrendo strade, canali e sentieri, nascono le fotografie di Velo Scuro

Il nostro è un cammino di intense emozioni e di passi felpati, come immaginiamo quelli di Giorgio Busignani, un camminamento dove scopriamo terre fatte di acqua e acque che paiono immobili, mute, riflettenti vite che spuntano dal nulla per scomparire nuovamente in quel niente fatto di tutto. I segni di presenze catturati in attimi di vita si fondono in quegli spazi dove la natura si mostra in una bellezza di nostalgica memoria. Un uomo su di una barca, aironi immortalati in voli di partenze che  portano lontano e voli di ritorni per seguire il destino di queste terre.

Il fotografo pare in simbiosi con quegli spazi sino a confondersi con essi. Ritroviamo un percettibile tributo emozionale che ha saputo cogliere in quei luoghi, un annullarsi nella solitudine di nebbie che fluttuano piano piano adeguandosi ai ritmi della natura. Anche qui compare quell’Aura invisibile che trasparendo diafana rende vibrante un’immagine, come un trasognato incanto. Così noi, con lui, dimentichiamo le frenesie dei tempi moderni.

Il progetto SenzAcqua – testimonianza premonitrice della siccità di questi tempi – è il frutto della lunga osservazione dei laghi artificiali creatisi nelle aree adiacenti al fiume Marecchia che, nascendo dal Monte Zucca nell’Alpe della Luna, sfocia nell’Adriatico. Un’analisi durata anni dove le fotografie ci conducono in diafani paesaggi lunari. Qui una luce cangiante illumina implacabile una terra arsa e sfinita, rigida e dura, color alabastro, ormai sterile e desertica, abbandonata da uomini e animali. Le immagini, di forte impatto emotivo, prefigurano un futuro a noi vicino dove la crisi climatica si accentrerà in una devastante crisi idrica.

Come una predestinata scelta è nato in seguito il progetto PhotoFrost dove le piccole piante cresciute spontanee lungo argini e sentieri –  nello stesso territorio vicino al fiume Marecchia –  sono state immortalate dentro una brina che tutto gela e conserva. Nel loro equilibrio di proporzioni, linee, forme e nuance di vividi colori hanno il fascino di essenziali composizioni ikebana dove, come in queste immagini, si rinnova un rituale antico e poetico di eterna armonia. Ma anche, come scrive Giorgio:         

Il percorso che va dalla fotografia indicale fino a giungere alla rappresentazione iconico/simbolica, altro non è che un ‘pretesto’ per riflettere, discutere e prendere coscienza sulla necessità stringente di salvaguardare i corsi d’acqua… affinché l’acqua sia sempre disponibile per gli ecosistemi fluviali e la comunità umana.”

Oggetti rimembranti infanzia e gioventù, ricordi e passioni e amori e lontananze e addii avvolti da candida neve in C’è la neve nei miei ricordi. Luminosa, avvolgente, leggera e ammaliante nel suo bianco immacolato preserva all’infinito, perché non si scioglierà mai, il cavallo a dondolo e un mappamondo e la prima? macchina fotografica e i libri e tutte quelle ‘cose’ altre che ci aiutano a vivere, quelle cose significanti affetto sconfinato, dolcezza dei ricordi, affezione passionale e un caleidoscopio di sentimenti come la tenerezza, il rimpianto, la nostalgia e i ricordi della neve.

In Felinità infine irrompe lui, il Gatto Nero, in un bianco e nero assoluto, tagliente, netto. Geometria delle forme, estro, purezza delle linee, classe. Un gatto eclettico, con linee e grafismi come un manifesto futurista dagli esplosivi caratteri cubitali in bianco e nero o l’estrosa eleganza di un vestito haute couture di Courrèges.  
 

Giorgio Busignani, da sempre interessato alla fotografia, dal 2012 si dedica a questa passione con metodo e continuità. Interpreta prevalentemente gli ambienti naturali e il territorio, ma nella sua ricerca rientrano anche altri percorsi fotografici. “Per me la fotografia è un formidabile strumento di espressione e quindi di comunicazione. Mi piace interpretare ciò che mi circonda ma anche tradurre in immagini i processi mentali ed emotivi che più mi coinvolgono. La realizzazione dei miei lavori passa attraverso un’attenta e profonda osservazione del luogo e del soggetto, un’osservazione che vuole trascendere il solo aspetto della vista, ma coinvolgere tutta la sensopercezione.” Diversi i progetti esposti fra cui Dell’acqua e dell’aria, Visioni marine, ALI, SenzAcqua, PhotoFrost, Velo scuroNelle cose io sono. Nel 2021, insieme a Gabriele Mazza e Stefano Pari, realizza il progetto Balestrieri – Una Storia sammarinese che si è concretizzato in una mostra e in un volume. Nel periodo 2020/2023 vince il concorso “Portfolio ASFA”, rispettivamente con i progetti MateraFelinità, La sala biliardo e C’è la neve nei miei ricordi. Ha illustrato inoltre libri per bambini, realizzato calendari per associazioni e banche e partecipato a diverse mostre collettive.

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