Sono immagini di limpidezza cristallina che, raggelate dietro vetri ghiacciati, infondono la meraviglia di edifici che paiono surreali, di altri luoghi, lontani.
Facciate dai tagli affilati che nascondono quasi sempre le altre parti della costruzione per farci progettare nuove forme, per reinventare una storia dell’architettura a nostro piacimento. Andrea Mori presenta le sue opere con queste parole:
“La mia ispirazione artistica è riconducibile alla pittura metafisica, agli intrecci geometrici di Escher, alle architetture essenziali di Hopper, alle ambiguità di Magritte.”
In Solid Dreams – che comprende i progetti Geometries e Metaphysics – già il titolo ci parla della dualità di visione dell’artista, perché i sogni sono volatili, fuggitivi, inafferrabili e impenetrabili mentre qui c’è la solidità e la consistenza di edifici che però sfuggono ad una visione reale e si trasformano in percezioni oniriche, che trascendono il loro significato acquistandone un altro.
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In Geometries dettagli di costruzioni divengono figure protagoniste di geometrie perfette come in Butterfly immortalata in uno scatto ideale prima che la farfalla spicchi il volo o come in Net dove il susseguirsi di finestre dai toni sfumati, grazie ad una luce di ignota provenienza, potrebbe continuare all’infinito, replicando questa immagine dai tagli nitidi e tersi. Gli edifici si trasformano e divengono Scrolls o Giants, dove la sequenzialità dei pilastri, con le loro rispettive ombre, nuovamente ispira una percezione di replicabilità interminabile che si affianca alla celebrazione della loro gigantezza. Arrow (foto del titolo), una freccia lanciata verso altre immagini, ancora più sorprendenti come Matrix3 dove l’ordine di fitte e schematiche finestre viene interrotto da giochi di luce che liquefano la materia, sciogliendosi produrrà forse la fluidificazione dell’intero edificio. L’unica immagine dove compaiono le figure appannate di laboriosi umani, incapsulati come api nelle loro celle.
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Anche in Metaphysics , come scrive Andrea Mori:
“Gli edifici sono decontestualizzati e resi in un’ambigua ambientazione giorno/notte, che si traduce in una metafisica onirica sospesa.”
entriamo ne “la ricerca di quell’Aura che la notte rende visibile trasfigurando l’apparente conosciuto in uno sconosciuto incantamento.” Quell’incantamento che in Freedom colpisce per le proporzioni ideali tra quel volo di donna “sospesa” che forse presto scomparirà e la rigorosa sequenza di quei tagli nel muro dove la luce declina e trasforma. Non possiamo più chiamarle finestre, ora sono qualcos’altro. In Candle la torre Velasca abbandona quella pesantezza strutturale che la caratterizza per svettare verso alte sfere, uno squarcio di Gotham City, la città delle tenebre. Ci troviamo frastornati tra fumetto e realtà.
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Quel ritrovarci disorientati tra realtà e “una metafisica onirica sospesa” è la poetica che specificatamente qualifica l’operare di Andrea Mori, che nulla lascia al caso ma coglie con determinazione nuove visioni del mondo circostante. E lo ricompone, a suo piacimento. Come in Samurai.
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Nella serie Mysterious Turin – presentata a novembre a Paratissima 2023 nella sezione Liquida – il lato magico, arcano e affascinante della città è raccontato in fotografie essenziali, di un bianco e nero vividamente tagliente con cui mette in risalto le forme di edifici storici che paiono ritagliate ed incollate sopra un cielo nero inchiostro. Le architetture enigmatiche sono abitate da uomini che si nascondono tra quelle mura, presenze che illuminano alcuni spazi per poi fuggire e nascondersi anche loro nelle tenebre della notte. Immagini di edifici da comporre e scomporre in un grande gioco che ci porta a reinventare questa città, seguendo in silenzio le orme di Andrea Mori, in giro per le sue vie o i grandi viali, un viaggio notturno che rende intensi quei neri e bianchi e grigi sfumati ma sempre dettagliatamente e matematicamente definiti. E quei nomi ci portano lontano, Wings, Nouveau, Guardians, Camera…
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In Climax cogliamo la drammaticità in quel primo piano del cavallo ferito, uno squarcio magistrale che anima il monumento – dedicato a Ferdinando di Savoia – con una luce sferzante che evidenzia l’attimo prima della morte e, ottenebrando lo spazio circostante, rende l’universalità di un pathos tragico.
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Forward, Helix... Altre visioni e altre dimensioni, altri tagli che trasfigurano edifici, statue a cui eravamo abituati e quasi non riconosciamo più. In Lux distinguiamo la facciata dello stabilimento FIAT, una Fiat Lux mai così bella che sfuma la sagoma imponente dello storico edificio e i contorni quasi svaniscono.
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Ma l’abile magia di Andrea ci conduce a ricreare una nuova città, sibillina, una Melting Pot come città cosmopolita.
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Andrea Mori, nato a Roma nel 1961 ha appreso giovanissimo, accompagnando in giro per la città il papà fotoamatore, la teoria e la pratica della fotografia. Messa da parte e dimenticata per altri interessi ed attività professionali, Andrea ha ottenuto un dottorato in Matematica nel 1989 e dall’anno successivo è docente di Matematica presso l’Università di Torino. Nell’estate del 2014, durante un importante viaggio, ha acquistato una fotocamera reflex riscoprendo la fotografia, soprattutto come mezzo di espressione artistica. Dopo aver sperimentato diversi generi si è maggiormente concentrato sulla fotografia architettonica dove col tempo ha sviluppato uno stile ed un progetto personale, di cui si può rintracciare l’ispirazione alla pittura metafisica, alle ambiguità surrealiste e alle geometrie di Escher. Negli ultimi anni le sue foto sono state esposte in occasione di manifestazioni fotografiche e hanno partecipato a diversi concorsi italiani ed internazionali, ottenendo premi e riconoscimenti. Tra gli altri, nel 2022, Medaglia d’Oro nella categoria Architettura al TIFA, Monovision Awards, HM nella categoria Architettura, Monochrome Awards, HM nella categoria Architettura. Nel 2021 ha fondato con alcuni colleghi fotografi Emergenze Fotografiche, associazione dedita alla fotografia come forma d’arte. Nel 2024 esporrà alcune foto dal progetto Solid Dreams alla fiera YouNique di Lugano.
Andrea
Ti ringrazio per la bella panoramica della mia produzione e la recensione che trovo molto pertinente!
Laura Malaterra
Grazie Andrea, sono molto contenta.
Laura
Carlo
Bella recensione, che identifica con puntualità la poetica del bravissimo Andrea Mori.
Laura Malaterra
Grazie Carlo, mi fanno motlo piacere le tue osservazioni.
Laura
Matteo
Ho visto numerose immagini tratte dal progetto “Solid Dreams”. Trovo i lavori di Andrea Mori davvero distintivi, nel panorama della fotografia di architettura contemporanea
Laura Malaterra
Grazie Matteo.
Laura
Gianfranco Merati
Ottime le opere ed altrettanto buona la recensione. Bravi.
Laura Malaterra
Grazie Gianfranco per le parole molto gradite.
Laura
Luca
Bella recensione. Complimenti al fotografo per queste meravigliose immagini!
Laura Malaterra
Grazie Luca per l’apprezzamento.
Laura